Cecenia: l’arresto di tre anziani con l’accusa di stregoneria disonora la matrice sciamanica della popolazione

Gli arresti, attuati dalla teocrazia islamica in favore di telecamere e con lettura pubblica delle accuse, disonorano la matrice sciamanica della popolazione.
Ne parlo in queste brevi note, senza dimenticare che Voltaire affermò che le streghe non sarebbero più esistite quando noi avremmo cessato di bruciarle.
Oggi, 1° ottobre 2019, secondo il calendario islamico è الثلاثاء Althulatha’ 1 صفر Safar 1441.
In quell’anno la nostra cosiddetta civiltà viveva l’ultimo scorcio del Medioevo, periodo che convenzionalmente viene ricompreso fra la caduta dell’Impero romano d’Occidente, avvenuta nell’anno 476 quando Odoacre depose l’ultimo Imperatore, Romolo Augusto, e la scoperta dell’America, avvenuta il 12 ottobre 1492.
Cameo ambrosiano: nell’anno 1390, in pieno Medioevo quindi, in piazza Vetra a Milano venne eretto uno dei più antichi roghi, dove furono arse vive Sibilla Zanni e Pierina Bugatis, accusate di stregoneria.
La vulgata è però in errore quando ascrive a quel periodo i feroci eventi connessi alla caccia alle streghe, poiché le persecuzioni più note si svolsero a partire dal Rinascimento.
I processi del Sant’Uffizio e degli altri tribunali, compresi quelli del braccio secolare, decorrono presentano uno stretto legame con la storia della città di Como, come sottolinea Paolo Portone, saggista e docente i cui studi approfondiscono l’attività di guaritrici, levatrici e medichesse nell’ambito della cosiddetta stregoneria diabolica, ovvero della schiava di Satana nel quadro subalpino.
Sappiamo come l’area insubrica fu teatro di una caccia spietata, della quale fecero le spese donne capaci di accudire e guarire malati nei luoghi più impervi e isolati, grazie a medicamenti naturali in concorrenza con la medicina ufficiale, e fu proprio a Como che, nel solo anno 1510, si accesero ben 60 roghi.
Ma i primi procedimenti accertati, citati anche dal Malleus Maleficarum, il noto manuale per inquisitori redatto nel 1487 dai frati domenicani Jacob Sprenger e Heinrich Institor, risalgono al 1485 in Valtellina, a Bormio, allora territorio della Diocesi comasca, con 41 condanne sentenziate. Ancora a Bormio una seconda ondata persecutoria prese l’avvio nel 1519 con la sollecitazione dell’intervento degli inquisitori da parte del locale tribunale e, dopo che a partire dal 1557, i processi non si avvalsero più di religiosi bensì di soli giudici civili in seguito a un decreto emanato in quell’anno dai Grigioni, vi fu una folle recrudescenza tra il 1627 e il 1632, in concomitanza con la peste (vedi Valtellina: tra Sant’Uffizio e agenti segreti svizzeri, in Fucina dell’Anima 1° marzo 2016).
La Repubblica Cecena (nella mappa sottostante in una raffigurazione geograficamente allargata) è una repubblica caucasica della Federazione Russa confinante a Nord-Ovest con il Territorio di Stavropol’, ad Est e Nord-Est con il Daghestan, a Sud con la Georgia e ad Ovest con Inguscezia e Ossezia del Nord. Sulla sua superficie di 17.647 km² vivono 1.370.268 abitanti (censimento 2015, Wikipedia).Una volta caduto il regime comunista che, come nella ex-Jugoslavia, fungeva da collante, il paese visse dal 1994 al 1999 un conflitto inter-etnico e separatista che comportò lo sfollamento di almeno 150mila unità nell’odierna Russia.
Dopo un’effimera pacificazione il conflitto riprese nello stesso anno per concludersi dopo un decennio.
La Human Rights Watch segnalò come entrambi i conflitti produssero gravissime violazioni dei diritti umani, pulizie etniche e l’adozione della tortura come usuale metodo di interrogatorio.
La società cecena è arcaica, ripartita in 127 clan che in tempo di pace si relazionano tra loro in maniera piuttosto conflittuale non risparmiando faide e conflitti armati, mentre nei periodi di guerra tendono ad allearsi.
I clan sono ulteriormente suddivisi in famiglie patriarcali ed il codice sociale ceceno implica un comportamento cavalleresco morale ed etico non dissimile alla balentia sarda e che tiene in gran conto l’omertà.
Ogni clan è guidato da una figura religiosa che esprime gli aspetti mistici, ma purtroppo non più quelli sciamanici dell’antica tradizione pre-musulmana antecedente al XV Secolo, quando iniziò la dominazione ottomana.
Oggi, infatti, i Ceceni sono in gran parte musulmani, aderenti al Muridismo, la corrente Sufi sunnita, mentre altri sono Salafiti e nel paese vige una rigida legge coranica, tutelata e propugnata da Ramzan Kadyrov, presidente dell’entità federata e fautore di una lettura integralista della Sharia.
L’antica tradizione religiosa pre-islamica constava di credenze locali e numerosi rituali, prevalentemente attinenti a pastorizia ed agricoltura: propiziatori della pioggia, della semina e, in particolare, in onore della Dea Tusholi, preposta alla primavera ed alla fertilità.
Degni di menzione i rituali fallici, ottimamente descritti da Amjad Jaimoukha nel saggio The Chechens: a Handbook, edito in proprio nel 2005, e molto simili al rito di penetrazione e fecondazione della Terra riscoperto da Marina Abramović e testim oniato in Balkanic Erotic Epic.Ho più volte ribadito un concetto: lo sciamanesimo è fatto di sangue, sperma, emissioni vaginali, saliva, urina, lame e selci affilate, prove dolorose, rituali non di rado cruenti e il fatto che la popolazione cecena sia arcaica, litigiosa, pronta alla rissa stupisce solo se ci parametriamo alla sciamanesimo da week-end con contorno di tamburelli, white sage e morbidosi abbracci di luce.
Sarebbe però ingiusto condannare l’Islam: purtroppo, come spesso avviene quando ad una religione monoteista viene lasciato troppo spazio, si perdono, si snaturano, vengono condannate le antiche tradizioni. E gli arcaici talenti del Lato Oscuro se ne vanno come caffè versato nel water.
E l’Islam in questo senso non fa eccezione, l’unica differenza con Santaromanaecclesia è che questa iniziò a farlo alcuni secoli fa. E non ha ancora smesso.
Non stupiscano perciò le torture agli omosessuali, l’orrore delle carceri, le esecuzioni sommarie, la sistematica violazione dei diritti umani ed il genocidio, insesistente in quanto nascosto all’occhio delle telecamere occidentali.
Ed in questi giorni, stando a quanto riportato dalla britannica Bbc, due donne e un uomo anziani, sarebbero stati arrestati nella città di Urus-Martan perché sospettati di praticare la magia nera e di intrattenere rapporti con i demoni.
L’arresto è avvenuto con grande sfoggio di telecamere, in quanto l’irruzione delle autorità nel covo degli indiziati ha goduto di una costante copertura mediatica da parte di ChGTRK, la televisione pubblica locale, che ha mandato in onda in tempo reale gli attimi in cui la polizia elencava agli arrestati i capi d’imputazione a carico mentre i cameramen puntavano gli obiettivi sull’armamentario malefico, consistente in ossa di pollo, alambicchi, bambole, pergamene recanti formule magiche, tutti strumenti intesi a mettere a punto sortilegi.
Secondo l’emittente americana Radio Free Europe le indagini sono coordinate dal chierico islamico Adam Elzhurkayev, responsabile dell’Islamic Medical Institute, ente religioso incaricato di combattere nella repubblica autonoma i comportamenti e le teorie contrari ai precetti musulmani.
Secondo i critici della linea dura voluta dalle autorità cecene l’attività condotta dalle persone arrestate è pienamente legittima poiché non fa che ripercorrere l’antica medicina tradizionale delle campagne.

Alberto Cazzoli Steiner